Controllare il colesterolo: perché è importante?
Il rischio cardiovascolare
Le malattie cardiovascolari sono patologie molto frequenti e sono tra le maggiori cause di morte prematura e invalidità permanente nella popolazione europea. Proprio per questo motivo, controllare il colesterolo nel sangue è di fondamentale importanza. I principali fattori di rischio sono età, genere maschile, abitudine al fumo, pressione arteriosa elevata, livelli elevati di colesterolo LDL, bassi livelli di colesterolo HDL.
La diagnosi di diabete mellito, di dislipidemia familiare o di insufficienza renale cronica, comporta un elevato rischio cardiovascolare a prescindere dalla presenza degli altri fattori. Nelle persone apparentemente sane, il rischio di malattie cardiovascolari è il risultato dei molteplici fattori di rischio interagenti. La probabilità di andare incontro ad un evento cardiovascolare dipende dal numero, dall'entità dei fattori di rischio e dal tempo di esposizione ai fattori di rischio.
Quando effettuare lo screening del rischio cardiovascolare
Lo screening dei fattori di rischio, incluso il profilo lipidico, deve essere preso in considerazione negli uomini di età maggiore ai 40 anni e nelle donne di età maggiore ai 50 anni o in post-menopausa. Nelle categorie a rischio cardiovascolare elevato o molto elevato tutti i fattori di rischio richiedono attenzione immediata.
Ciò è vero per i pazienti con malattia cardiovascolare documentata, soggetti con diabete mellito di lunga durata, nell’ipercolesterolemia familiare monogenica o combinata, nelle patologie renali croniche, nei soggetti che presentano placche aterosclerotiche carotidee o femorali. In questi casi i livelli di colesterolo devono essere misurati e trattati, nel caso fossero alterati.
Tutti i sistemi di stima del rischio, basati su dati statistici di studi di popolazione, sono relativamente rozzi e richiedono da parte del medico una valutazione clinica dei soggetti, in quanto occorre valutare attentamente la familiarità per patologie cardiovascolari premature, la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, lo stato psico-sociale del paziente, le patologie autoimmuni. Ma non bisogna sottovalutare lo stile di vita (alimentazione, attività fisica, stato di sovrappeso o obesità, sedentarietà). Le principali carte del rischio sovrastimano il rischio cardiovascolare nella popolazione anziana in prevenzione primaria
Quali analisi del profilo lipidico effettuare per controllare il colesterolo
La misurazione del colesterolo totale (TC) del plasma è necessaria per calcolare il rischio utilizzando gli algoritmi di Progetto Cuore (derivati dallo studio della popolazione italiana) e Score (derivati dallo studio della popolazione europea). Mentre i livelli di colesterolo HDL (HDL-C) nel plasma possono modulare la valutazione del rischio. Pertanto, sia TC che HDL-C dovrebbero essere misurati per stimare il rischio cardiovascolare di una persona.
I livelli di colesterolo LDL (LDL-C) devono essere misurati direttamente o calcolati (LDL-C=CT-HDL-C-TG/5). Perché il rischio cardiovascolare correla strettamente con i livelli di LDL-C che costituisce il “target” del trattamento. I trigliceridi plasmatici (TG) devono essere valutati per identificare le persone che potrebbero avere un maggiore rischio modificabile di malattia cardiovascolare in quanto, in presenza di trigliceridi elevati, spesso le particelle di colesterolo LDL si modificano diventando più piccole, più dense e più aterogene.
Questo potrebbe essere particolarmente rilevante nei pazienti con diabete mellito o con sindrome metabolica. Quando i trigliceridi sono elevati, si raccomanda la misurazione di ApoB e del non-HDL-C (CT-HDL-C).
Perché è importante controllare il colesterolo nel sangue
Seppur i soggetti a rischio più elevato sono quelli che possono trarre maggiori benefici dal trattamento farmacologico dei fattori di rischio, la maggior parte dei decessi di una comunità si verifica nei soggetti con livelli inferiori di rischio per il fatto di essere più numerosi dei soggetti ad alto rischio.
Questo impone che una strategia indirizzata ai soggetti ad alto rischio debba prevedere anche iniziative di sanità pubblica rivolte alla popolazione. Questo per incoraggiare l’adozione di uno stile di vita sano e ridurre i livelli dei fattori di rischio CV. Negli individui asintomatici, il primo passo consiste nel valutare il rischio cardiovascolare e identificare eventuali elementi modificabili.
Tale valutazione va ripetuta a intervalli di 5 anni. Nel caso in cui il rischio cardiovascolare assoluto è basso e non vi sono variazioni significative nei valori raccomandati dei maggiori fattori di rischio (pressione arteriosa e livelli di colesterolo).
In aggiunta alle modifiche dietetiche e dello stile di vita, l’impiego di specifici nutraceutici con evidenza di efficacia ipolipemizzante può essere un aiuto. Soprattutto nei pazienti con più basso rischio cardiovascolare ed incrementi modesti dei lipidi plasmatici. Un valido alleato può essere Normolip 5, un integratore alimentare a base di riso rosso fermentato che permette di controllare il colesterolo nel sangue.
Controllare il colesterolo LDL è molto importante perché target primario dell’intervento ipolipemizzante. Il colesterolo non-HDL deve essere considerato un target secondario di trattamento. Una riduzione di 1 mmol/L (circa 38 mg/dl) di LDL-C è associata a una riduzione del 20-25% del rischio relativo di nuovi eventi cardiovascolari maggiori (mortalità cardiovascolare e infarto non fatale).