Dieta e colesterolo: perché è importante monitorarlo?
Cos'è il colesterolo?
Il colesterolo è un lipide sintetizzato esclusivamente dal regno animale (le piante sintetizzano altri tipi di steroli detti fitosteroli). I livelli di colesterolo circolante dipendono per un 70-80% dalla nostra produzione epatica e solo per un 20% circa indica la quota apportata con l’alimentazione.
Nel regno animale svolge una serie di funzioni indispensabili quali:
- funzione strutturale: supporto strutturale e carattere idrofobico delle membrane cellulari
- è un precursore degli acidi biliari e degli ormoni steroidei (cortisolo, aldosterone, ormoni sessuali)
- precursore della vitamina D.
Esistono due tipologie di colesterolo:
- HDL (High Density Lipoprotein) definito “buono“ perché funge da “spazzino” catturando il colesterolo in eccesso e trasferendolo al fegato dove viene metabolizzato.
- Il colesterolo LDL (Low Density Lipoprotein) invece viene definito “cattivo” in quanto trasporta il colesterolo dal fegato al resto del corpo tramite il flusso sanguigno.
Quando i livelli circolanti di quest’ultimo sono troppo alti il soggetto è maggiormente esposto al rischio di complicanze cardiovascolari.
Perché è importante monitorare il colesterolo?
Il colesterolo riceve molta attenzione a causa delle sue connessioni con l’aterosclerosi. Infatti il colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (LDL) ha effetti dannosi sui vasi sanguigni.
La relazione tra colesterolo ematico e colesterolo alimentare è assai complessa. Sicuramente sappiamo che il colesterolo si lega per un 60-80% alle LDL e che il colesterolo in eccesso legato alle LDL tende ad accumularsi sull’endotelio delle arterie in aggregati sempre più densi fino a formare delle vere e proprie placche (ateromi).
Perché in alcuni soggetti il colesterolo è elevato?
Come abbiamo spiegato precedentemente per un 70-80% il colesterolo è di produzione endogena quindi geneticamente predeterminata. Pensiamo ad esempio all’ipercolesterolemia familiare (malattia ereditaria in cui un’alterazione genetica provoca livelli estremamente elevati di colesterolo nel sangue). Però per un 20% la colesterolemia è influenzata dall’alimentazione ed è su questa percentuale che gioca un ruolo essenziale la corretta dieta.
Si stima infatti che un’alimentazione sana può ridurre il colesterolo totale tra il 5 e il 10% e che una riduzione del 10% della colesterolemia riduce la probabilità di morte per malattia cardiovascolare del 20%.
Errori comuni: colesterolo alto
Un errore molto comune quando viene diagnosticato il colesterolo alto è quello di eliminare del tutto dalla propria alimentazione gli alimenti contenenti colesterolo. Come strategia risulta essere sbagliata in quanto la produzione epatica avviene ad opera di due enzimi che prendono il nome di Hmg-CoA sintasi e Hmg -CoA reduttasi. Questi due enzimi producono colesterolo in funzione dei “messaggi” che ricevono dalla periferia.
Quando c'è poco colesterolo circolante lavorano per produrne di più mentre quando invece i livelli di colesterolo ematico sono buoni riducono la loro attività. Questo meccanismo di regolazione dell’attività enzimatica prende il nome di feedback negativo.
Eliminare del tutto il colesterolo alimentare (ad esempio eliminare le uova dalla propria alimentazione) farà sì che i livelli di colesterolo circolante scenderanno e verrà quindi a mancare il meccanismo del feedback negativo, aumentando dunque la produzione epatica di colesterolo.
Dieta e colesterolo: approccio nutrizionale
La principale causa dell’ipercolesterolemia (esclusa quella genetica) è un’alimentazione troppo ricca di:
- grassi saturi di origine animale, quali carni rosse, formaggi, insaccati
- zuccheri semplici (prodotti da forno etc…).
Le linee guida per la prevenzione dell’aterosclerosi propongono come gold standard nutrizionale la dieta mediterranea (con basso contenuto di colesterolo ma non totalmente priva). Vediamo di seguito alcuni consigli nutrizionali.
Consumare 5 o più porzioni di frutta e verdura al giorno
Frutta e verdura presentano un’alta densità di nutrienti e di altre sostanze protettive ricche di componenti ad azione antiossidante e di fibra. Broccoli, asparagi, piselli freschi, spinaci, e arance possiedono elevati livelli di acido folico importante per abbassare i livelli di omocisteina.
Consumare 6 o più porzioni di cereali (inclusi quelli integrali) al giorno
E’ stato dimostrato che preferire carboidrati a basso indice glicemico (cereali integrali) puo’ rappresentare una strategia utile per la prevenzione e per il trattamento dei disordini metabolici glucidici (come il diabete).
Inoltre le fibre solubili (beta -glucani e pectine), se associate a una dieta povera in acidi grassi saturi e colesterolo, contribuiscono a ridurre il tasso ematico di colesterolo totale e LDL perché fungono da “rete” che riduce l’assorbimento di colesterolo a livello intestinale.
Limitare il consumo di zuccheri semplici
Zuccheri semplici (dolci, bevande zuccherate, caramelle) determinano un aumento dei livelli di colesterolo LDL con conseguente riduzione del colesterolo HDL.
Aumentare il consumo di fitosteroli
I fitosteroli, come olio oliva, frutta secca, legumi, riducono l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale.
Aumentare il consumo di yogurt e latti fermentati
Yogurt e latti fermentati come il kefir contengono lattobacilli e bifidobatteri che contribuiscono a ridurre l’assorbimento e la produzione di colesterolo.
Dieta e colesterolo: Terapia Integrativa
Il riso rosso fermentato espleta la sua azione ipolipemizzante grazie al principio attivo monacolina K per via dell’inibizione reversibile sull’enzima HMG-CoA reduttasi (enzima chiave nella sintesi endogena del colesterolo di cui abbiamo parlato sopra). Gli estratti di riso rosso fermentato rappresentano un nutraceutico dalla comprovata azione ipocolesterolemizzante.
L’assunzione quotidiana di monacolina K può quindi ridurre la colesterolemia LDL di circa il 15-25% già dopo 6-8 settimane di assunzione. All’azione sulla colesterolemia LDL coincide anche una riduzione di colesterolemia totale, colesterolemia non-HDL, livelli plasmatici di apolipoproteina B, proteina C-reattiva ad alta sensibilità e metalloproteinasi.
Inoltre l’azione ipocolesterolemizzante si associa a miglioramento della funzionalità endoteliale e riduzione della velocità di onda di polso, entrambi marcatori strumentali di invecchiamento vascolare. Nonostante l’efficacia ipocolesterolemizzante e il meccanismo d’azione statino-simile, i rischi correlati all’assunzione di monacolina K al dosaggio di 10 mg sono minimi.
In conclusione il riso rosso fermentato (monacolina K) rappresenta un buon presidio terapeutico per la gestione di ipercolesterolemie moderate in pazienti con basso rischio cardiovascolare aggiuntivo.