Metabolismo lento: quali sono le cause?
Sicuramente avrai già sentito parlare di metabolismo lento, ma di cosa si tratta? E quali sono le cause? Vediamo di scoprire di più nell’articolo!
Quando abbiamo in vista un evento per noi speciale, che sia un matrimonio o la prova costume, e siamo consapevoli di essere in uno stato di sovrappeso, ecco che ricorriamo alla dieta drastica dell’ultimo minuto per raggiungere il nostro obiettivo.
Va detto che il fine ultimo di un percorso alimentare, non dovrebbe essere quello di vedere un certo numero sulla bilancia, ma piuttosto di raggiungere uno stato di benessere ottimale. Inoltre, quando finalmente decidiamo di prenderci cura di noi stessi, bisogna essere consapevoli che per arrivare a un risultato ci vuole pazienza, tempo e perseveranza. E che i cambiamenti da introdurre non riguardano solo l’alimentazione, ma lo stile di vita in generale.
Le diete lampo, che prevedono il ricorso a metodi estremi come una drastica riduzione delle calorie, il digiuno o l’assunzione limitata di specifici cibi per raggiungere risultati in tempi rapidi, sono una scelta rischiosa e controproducente. La quale può essere causa della cosiddetta “rigidità metabolica”, definita anche “metabolismo lento o bloccato”.
Facciamo un passo indietro: cos’è il metabolismo?
Il metabolismo è una funzione complessa del nostro organismo che comprende l’insieme di processi biochimici che avvengono all’interno delle cellule. Le quali permettono la produzione di energia utilizzabile dalle cellule stesse per il mantenimento delle funzioni vitali del nostro corpo.
Quando si dice che il metabolismo rallenta a seguito di diete drastiche, si intende che il corpo diventa incapace di utilizzare l’energia fornita con gli alimenti, a seguito di cambiamenti ormonali messi in atto dall’organismo per adattarsi a questa situazione.
Cosa significa metabolismo lento?
In merito a questi cambiamenti, il tessuto adiposo, essendo un organo endocrino a tutti gli effetti, è in grado di produrre diversi tipi di ormoni. I quali hanno il compito di raccontare a tutto l’organismo ciò che avviene in termini di infiammazione, alimentazione e disponibilità di risorse energetiche.
Uno fra tutti è la leptina, una proteina addirittura definita da qualcuno l’ormone più importante del nostro organismo. La quale viene secreta dalle cellule adipose a seguito di un’alimentazione ricca e completa e rappresenta il segnale endocrino più importante che arriva all’ipotalamo.
Quest’ultimo è situato nel cervello ed è deputato alla regolazione degli equilibri omeostatici. I quali riguardano la temperatura corporea, la pressione, la ritenzione idrica e anche l’accumulo di grasso. Questo per orientare l’organismo verso l’attività e il consumo piuttosto che verso il risparmio energetico e l’accumulo di scorte, a seconda della quantità di leptina rilevata nell’organismo.
Se si segue un’alimentazione completa e bilanciata, il segnale leptinico arriva correttamente all’ipotalamo e il messaggio viene irradiato. Questo avviene tramite l’ipofisi, verso altre zone deputate a specifiche funzioni. La presenza di leptina spegne la fame di cibi zuccherini, favorisce un corretto funzionamento dell’attività ormonale della tiroide, del surrene, di ovaie e testicoli, e la modulazione dello sviluppo di muscoli e ossa.
In assenza di questo stimolo metabolico, per esempio quando si digiuna o si segue una dieta ipocalorica, la funzionalità della tiroide risulta pregiudicata. Ciò comporta ad un conseguente rallentamento del metabolismo:
- ci si sentirà stanchi ed esauriti,
- le ossa saranno più fragili,
- la massa muscolare si riduce,
- così come la fertilità e la libido.
Dal punto di vista metabolico, infatti, tutto ciò comporta un forte rallentamento delle capacità di consumo. Dato che il corpo percepisce l’assenza di leptina come una situazione di carestia di cibo, per cui sarà predisposto verso l’accumulo piuttosto che il consumo.
Come contrastare il metabolismo lento
Ecco quindi che un apporto alimentare ridotto per un tempo prolungato determina una diminuzione della leptina. E l’organismo, per preservare il proprio grasso visto come riserva fondamentale in un periodo di carestia, abbassa i consumi e disattiva la costruzione dei muscoli. In modo tale da ridurre in ultima analisi anche il metabolismo basale.
Inoltre le diete drastiche possono anche causare l’innalzamento del cortisolo, l’ormone che nel tempo ha diversi effetti sull’organismo tra cui l’aumento della resistenza insulinica con la conseguente difficoltà nella perdita di grasso, steatosi epatica e accumulo di adipe nella zona addominale, ma anche problemi di sonno, perdita di massa muscolare e ulteriore inibizione della funzionalità tiroidea. Le situazioni sopra descritte non sono mai definitive e irreversibili.
Bisogna però invertire la rotta e non continuare a ridurre l’apporto calorico, ma anzi imponendosi di aumentarlo poco alla volta contestualmente al recupero di una sana attività fisica e un riposo adeguato.